08 Marzo 2022 - Start Up
Secondo il “Global Gender Gap Report 2021” del World Economic Forum, la pandemia ho comportato una riduzione della parità di genere a livello globale che sarà colmata solamente da una nuova generazione di donne. In questo scenario, l’Italia si colloca al sessantatreesimo posto per parità di genere. Un dato di certo non soddisfacente, nel paese in cui soltanto un’attività imprenditoriale su cinque è caratterizzata da una guida femminile.
Già dal biennio 2020-22, tuttavia, si è registrato nel nostro paese un cambiamento a cui vale la pena prestare attenzione: la partecipazione femminile nel settore delle start up ha visto un aumento significativo.
I dati del MISE aggiornati a febbraio 2022 registrano infatti una costante crescita negli ultimi anni del numero di startup composte per più del 50% da donne, con una forte accelerazione durante la pandemia. Se nel 2021 si era registrato un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, la crescita biennale ha superato nel 2022 quota 30%, con un aumento dalle 1.300 startup a guida femminile del 2020 alle oltre 1.800 odierne.
Di queste, 8 aziende su 10 si collocano nel settore dei servizi. In particolare, l’elaborazione dei dati del MISE fornita da Il Sole 24 Ore riporta che i principali ambiti di attività delle startup femminili sono le piattaforme digitali, il settore benessere e l’economia circolare.
Secondo la ricerca “Pow(H)er Generation” di Cariplo Factory, inoltre, le startup a leadership femminile in Italia hanno tra i propri elementi distintivi la marcata attenzione, oltre alla crescita del proprio business, alla costruzione di un solido networking e all’empowerment del team. Secondo lo studio, queste caratteristiche generano per le startup femminili una maggiore probabilità di ricevere investimenti, perché più orientate delle altre ad individuare i bisogni del mercato e a coglierne nuove opportunità.
A tale riguardo, il Ministero dello Sviluppo Economico ha istituito il Fondo Impresa Donna, misura destinata a promuovere e sostenere l'avvio e il rafforzamento dell'imprenditoria femminile, massimizzando il contributo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese. La misura è finanziata a valere sui fondi del PNRR, con una dotazione di duecento milioni di euro.